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Disabilità

Il termine disabilità viene comunemente inteso come sinonimo di menomazione, cioè un fatto accidentale che afferisce al fisico, alla mente, ai sensi. È uno scartamento più o meno grave dalla media della normalità, valutabile, sbrigativamente, con logiche sanitarie. Essa riguarda e risiede esclusivamente nella persona che ne è affetta.

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata il 13 dicembre 2007 ed entrata in vigore nel maggio 2008, la disabilità non è una condizione individuale del singolo, ma dipende anche dal contesto ambientale, sociale e culturale che lo circonda, ed è quindi derivante dalla relazione sociale fra un individuo e l'ambiente in cui vive.

Disabilità pertanto non significa più dipendenza; non è più considerata come caratteristica di un certo gruppo di individui, ma come condizione che tutti gli esseri umani nel corso della vita possono sperimentare. La disabilità è riconosciuta come un problema sociale, nel senso che il soggetto disabile vive in un ambiente sociale con cui interagisce quotidianamente instaurando delle relazioni con i suoi concittadini. L'interazione è fra le persone portatrici di una menomazione e le barriere che queste ultime incontrano. Le barriere sono comportamentali: atteggiamenti, luoghi comuni, pregiudizi, prassi, omissioni; ambientali: luoghi, servizi, prestazioni inaccessibili; le barriere sono assenza di progettazione per tutti, assenza di politiche inclusive.

Le barriere, gli ostacoli e le condizioni di discriminazione sono creati in gran parte dalla società, che dimentica l'esistenza di persone che si muovono su una sedia a rotelle, che si orientano con un cane guida, che comunicano senza l'uso della voce, che si relazionano a cuore aperto. A generare la disabilità, quindi, non è tanto la menomazione, ma gli ostacoli che la persona incontra, le scelte e i percorsi che può o meno assumere durante la sua vita, a causa di barriere che altri hanno posto.

È interesse dell’Associazione Pink Project rendere l'interazione tra il disabile e l'ambiente circostante il più possibile serena, in un clima di inclusione, piuttosto che di esclusione e discriminazione; diventa fondamentale, quindi, la tutela e la promozione di interventi in favore di soggetti in condizione di svantaggio, cosa di cui si occupa l'Associazione, operando nello spirito di “solidarietà sociale”, allo scopo di offrire un valido supporto socio-assistenziale, socio-sanitario, socio-educativo. L'Associazione intende, inoltre, contrastare i disagi derivanti dalla solitudine e dall'emarginazione, promuovendo attività ricreative e di socializzazione, oltre che di informazione, coinvolgendo attivamente la cittadinanza, per rompere l’isolamento e sostenere le famiglie con disabili.

Strategia europea sulla disabilità (2010-2020)

La nuova strategia europea sulla disabilità punta a migliorare l'inclusione sociale, il benessere e il pieno esercizio dei diritti delle persone disabili. A tal fine, la strategia prevede un'azione complementare a livello europeo e nazionale. La Commissione Europea presenta una strategia volta a rafforzare la partecipazione delle persone disabili alla società e all'economia e a migliorare il pieno esercizio dei loro diritti:

  • Le persone disabili devono avere accesso ai beni, ai servizi e ai dispositivi di assistenza. Inoltre, deve essere assicurato loro, su una base di uguaglianza con gli altri, l'accesso ai trasporti, alle strutture, alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
  • Le persone con disabilità devono poter esercitare pienamente i loro diritti fondamentali legati alla cittadinanza dell'UE. Questa strategia deve contribuire a:
  1. eliminare gli ostacoli alla mobilità delle persone disabili, in qualità di individui, consumatori, studenti, attori economici e politici;

  2. garantire la qualità dell'assistenza ospedaliera e dell'accoglienza in residenze specializzate, grazie al finanziamento dei fondi strutturali;

  3. garantire l’accessibilità di organizzazioni, strutture e servizi, inclusi quelli sportivi e culturali.
  • Occorre attuare una serie di politiche attive per promuovere l'uguaglianza a livello europeo e negli Stati membri. La Commissione garantirà inoltre la piena applicazione della legislazione europea in materia di lotta contro le discriminazioni fondate sulla disabilità e, in particolare, della direttiva 2000/78/CE a favore della parità di trattamento in materia di occupazione e di lavoro.

  • L'azione europea deve permettere un aumento del numero dei lavoratori disabili sul mercato del lavoro aperto, in particolare attraverso l'elaborazione di politiche attive dell'occupazione e il miglioramento dell'accessibilità ai luoghi di lavoro.

  • È necessario inoltre agire in collaborazione con le parti sociali per favorire la mobilità intraprofessionale (anche nei laboratori protetti), incoraggiare il lavoro autonomo e migliorare la qualità del lavoro.

  • Gli allievi e gli studenti disabili devono disporre di un sistema d'istruzione accessibile e programmi d'istruzione permanente. Di conseguenza, la strategia sostiene l'accessibilità dei sistemi educativi generali, le misure di accompagnamento individuale e la formazione delle figure professionali del sistema educativo.

  • Le persone con disabilità devono disporre di un accesso equo ai servizi e alle strutture sanitarie, compresi i centri di salute mentale. Per garantire questo principio di uguaglianza, i servizi devono avere un prezzo accessibile ed essere adeguati alle necessità specifiche delle persone.

  • La strategia si fonda sull'impegno comune delle istituzioni dell’UE e degli Stati membri. Le loro azioni comuni puntano a:
  1. sensibilizzare la società sulle problematiche legate alla disabilità e a promuovere i diritti dei disabili;

  2. sviluppare le possibilità di finanziamento europeo;

  3. migliorare la raccolta e il trattamento dei dati statistici;

  4. assicurare il monitoraggio dell'attuazione della convenzione delle Nazioni Unite negli Stati membri e in seno alle istituzioni europee.