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Progetti

Genere in FormAzione

Percorsi di formazione rivolti al corpo docente delle scuole medie inferiori

Il mondo della scuola e della formazione, insieme alla famiglia, svolgono un ruolo fondamentale nella progettazione del futuro esistenziale di ragazze e ragazzi. Per questo occorre che insegnanti ed educatori approfondiscano le problematiche del sorgere e dell'affermarsi dell'identità di genere nei giovani. Sviluppare "un'educazione al genere" significa insegnare a riflettere e a riconoscere la propria identità. Attraverso il percorso previsto, si porrà l’attenzione alla differenza di genere anche nel linguaggio, non per intensificare le differenze, ma semplicemente per non silenziarle con l’utilizzo di un linguaggio apparentemente neutro, ma in realtà androcentrico.  La diversità di genere non deve essere occultata, ma riconosciuta come luogo particolare che implica per uomini e per donne modalità diverse di esperienze, percorsi non simmetrici e non riducibili gli uni alle altre.

La proposta è rivolta a 4 scuole ricadenti nei Comuni di Capo d'Orlando, Caprileone e Torrenova (ME).

"CorrelAzioni"

Protocollo Integrato d'interventi di rete contro la violenza - Potenziamento della rete di relazioni Centro Antiviolenza Pink Project

Il progetto, attarverso la continuità di gestione del Centro Antiviolenza Pink Project, intende realizzare un aumento della copertura di servizi dedicati al contrasto della violenza, spendendo le competenze acquisite per il trasferimento ad altri punti della rete, dove saranno avviati servizi dedicati o, comunque, individuati operatori che sposino il protocollo integrato di intervento proposto. Tutti gli attori pubblico/privati coinvolti, rappresenteranno delle "antenne territoriali", ovvero punti d'ascolto destrutturati ma formali,  ampliando quindi la possibilità di accesso per le donne e migliorando l'operatività dei servizi offerti dagli enti pubblici.

"CorrelAzioni" si propone lo scopo di sviluppare un sistema di rete, inizialmente sul territorio provinciale dell'area tirrenico/nebroidea della provincia di Messina, dando seguito agli accordi informali già posti in essere, ai protocolli d'intesa attivi, per intervenire in maniera più efficace sul tema della violenza di genere, per il potenziamento della rete di relazione locale tra associazione proponente, comuni, asp, aziende ospedaliere, plessi scolastici, forze dell'ordine, autorità giudiziaria, prefetture, organizzazioni soindacali, altri centri antiviolenza, nodi locali della rete regionale, associazioni ed enti non profit.

Per rendere efficace ed efficiente la progettualità, l'Associazione intende specializzare e dedicare una risorsa umana affiancata da un volontario, nell'attività di contatto e trattativa con gli enti per il potenziamento della rete.

Focalizzarsi su questa azione significa ottimizzare i tempi per giungere agli obiettivi in maniera puntuale, moderando i contatti con gli enti e con gli attori che operano a vario titolo con le donne vittime di violenza o che comunque vi entrano in contatto.

In quest’ottica, il Centro promuove una cultura di rete e di integrazione tra servizi come buona prassi di intervento, coordinando la costruzione di una rete effettiva attraverso il lungo e costante coinvolgimento di tutti i soggetti che operano in questo settore.

L’obiettivo di questa azione di rete è quello di creare un sistema che potenzi e valorizzi le risorse locali esistenti in modo tale da evitare sovrapposizioni di competenze, poteri, azioni, che consenta ai diversi attori sociali appartenen­ti allo stesso settore o a settori diversi di potersi relazionare tra loro in maniera immediata, veloce ed efficace e che faciliti la definizione di procedure di lavoro condivise.

"D-Inclusion"

Attività di orientamento e inserimento lavorativo in rete - Potenziamento del Servizio Inserimento Lavorativo Centro Antiviolenza Pink Project

Il progetto, attarverso la continuità di gestione del Centro Antiviolenza Pink Project, intende proporre un modello di accompagnamento della donna vittima di violenza verso quelle istituzioni deputate all'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro e all'orientamento professionale.

L’intervento si fonda sulle conoscenze e sull’attività prodotte in tema di contrasto alla violenza di genere dall'Associazione proponente e dal generarsi di rapporti di rete volti alla costruzione di percorsi di orientamento e inserimento lavorativo per le donne vittime di violenza e i loro figli.

Tale attività, sviluppata e monitorata, sarà strutturata con un servizio dedicato, grazie all’intervento di un esperto esterno che funge da collettore tra i soggetti svantaggiati vittime di violenza, le imprese e le associazioni di categoria, orientando al meglio sulla scorta delle singole capacità la scelta lavorativa.

La costruzione di una rete integrata lavorativa prevede azioni volte all’inserimento e all’orientamento nel mercato del lavoro, coinvolgendo vari attori quali:

  • Soggetti pubblici;
  • Soggetti privati;
  • Associazioni di categoria;
  • Imprese;
  • Sindacati;
  • Enti di formazione.

L’orientamento lavorativo è uno strumento complesso che servirà a dotare le donne in situazioni di disagio a diventare consapevoli delle proprie risorse e delle proprie capacità, a migliorarle e a inserirsi/reinserirsi nel mondo del lavoro.

I servizi offerti alle donne in tal senso sarebbero quelli di informazione territoriale, organizzazione seminariale, incontri tematici individuali, formazione professionale, bilancio delle competenze ed orientamento in uscita.

Tale percorso permetterebbe alla donne di confrontarsi con i propri colleghi, avere indipendenza economica, fornire un apporto psicologico positivo ed essere all’interno di un percorso "protetto e monitorato".

Gli effetti attesi di questo percorso sono quelli di attuare un circolo virtuoso che serva alla causa, di migliorare le condizioni di vita dei soggetti svantaggiati a 360 gradi, di sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica oggi di grande rilievo.

Il raggiungimento dell’autonomia economica e lavorativa rappresenta uno degli obiettivi primari nel contrasto alla violenza di genere, in quanto solo il suo raggiungimento consente alle donne di concludere il percorso ed essere completamente autonome e indipendenti.

Per le situazioni in cui, per questioni personali (es. mancanza di esperienza lavorativa pregressa) o oggettive (es. periodo di bassa stagione), non è possibile garantire un inserimento lavorativo diretto, si può utilizzare quale forma di mediazione il tirocinio formativo ex art 18 legge 196/97 che permette la formazione e l’inserimento graduale nell’ambito aziendale.

"In Formazione"

Formazione congiunta in rete - Formazione congiunta in rete degli operatori di accoglienza

L'obiettivo della formazione è che il personale di tutta la rete consegua una professionalità specifica sulla violenza, che gli permetta di offrire un aiuto efficace alle donne, acquisendo le competenze adatte a intervenire e prevenire la violenza contro le donne e le/i bambine/i, affrontando anche l'aspetto pratico del lavoro che si andrà a svolgere.

L'approccio è quello basato sull'empowerment. I docenti saranno formatrici qualificate. La formazione prevista è rivolta agli operatori della rete, per un numero massimo di 30 tra operatrici del centro d'accoglienza, servizi sociali, forze dell'ordine, ed è volta ai seguenti scopi:

  • Aggiornare le conoscenze degli operatori sul fenomeno della violenza interpersonale, sulle sue ricadute a breve e a lunga distanza, sulla salute dei  cittadini;
  • Rivalutare gli strumenti operativi per contrastare e ridurre il fenomeno a disposizione del personale che accoglie, a qualsiasi titolo, le vittime;
  • Facilitare la costruzione dei piani di sicurezza per le donne coinvolte nel fenomeno;
  • Costruire un linguaggio comune fra tutti gli operatori.

Finalità del progetto formativo è quella di giungere ad una omogeneizzazione e condivisione dei percorsi di presa in carico e assistenza alle vittime di violenza domestica e stalking attraverso un coinvolgimento di tutti gli attori del percorso socio-assistenziale e giudiziario, ivi compresi gli operatori delle forze dell'ordine, operatori sanitari e sociali.

"In punta di piedi"

Protocollo Integrato d'interventi di rete - Accoglienza ad indirizzo segreto - Centro Donne Antiviolenza Pink Project

Il progetto propone la gestione del Centro Antiviolenza Pink Project.

Il Centro dispone di una sede operativa dotata di adeguati spazi per colloqui, con arredamento in sintonia con gli scopi del servizio; sala d'aspetto, spazio segretaria con predisposizione archivio riservato.

Il Centro consta di due servizi paralleli, quali accoglienza e presa in carico il loco (sportello d'accoglienza) ed accoglienza telefonica con help line dedicata (numero telefonico fisso).

Il  centro fornisce consulenza e supporto sia per le donne che per i loro figli. Il principio guida verte nel sostegno delle donne vittime di violenza, al fine di promuoverne e tutelarne i diritti e l'empowerment per aiutarle a condurre una vita libera, indipendente e dignitosa, puntando al recupero della propria autostima ed autoefficacia.

Attraverso il centro, le donne ed i loro figli, possono ricevere sostegno specifico per il superamento e l'accettazione delle esperienze traumatiche, per trovare gli strumenti utili a porre fine alla violenza e riconquistare la propria stima personale, ponendo le basi per una nuova vita  autonoma e indipendente.

Il centro antiviolenza ha un ruolo pubblico fondamentale, puntando molto alle azioni di sensibilizzazione ed informazione sul tema della violenza di genere, per aumentare la criticià di reazione di fronte ai sintomi della violenza, per saperli riconoscere e contrastare, per rompere l'isolamento e creare gruppi formali ed informali di confronto.

Il centro opera secondo le linee guida europee e nazionali, dando alla formazione un ruolo chiave: tutto il "personale", operante e da reclutare, è o sarà adeguatamente formato per essere specializzato nei servizi del Centro, prevedendo, inoltre, percorsi formativi di aggiornamento. Nel rispetto delle medesime linee guida, i professionisti e gli operatori deputati all'accoglienza, saranno solo donne.

Per garantire ancora maggiore professionalità ed efficienza nell'erogazione dei servizi, è prevista un'azione di supervisione del personale coinvolto, deputata ad uno psicoterapeuta con esperienza di trattamento sia con adulti che minori.

L'accoglienza telefonica viene garantita con la reperibilità 24 ore su 24, anche attraverso segreteria telefonica.

Il centro di ascolto agisce per:

  • l'ascolto e l'accoglienza;

  • la presa in carico dei singoli casi;

  • il sostegno psicologico;

  • la consulenza e l'assistenza legale;

  • l'assistenza sociale;

  • l'indirizzamento verso il sistema sanitario o verso case di accoglienza;

  • l'ospitalità in emergenza.

Il Centro antiviolenza fornisce servizio di ascolto e di sostegno alle vittime di violenza, attraverso:

  • presa in carico della persona (e dei suoi figli minori) a cui è garantito anonimato e segretezza;

  • percorsi personalizzati di uscita dal disagio e dalla violenza;

  • affiancamento, su richiesta delle vittime, per la fruizione dei servizi pubblici e privati, nel rispetto dell'identità culturale, sessuale e della libertà di scelta di ognuna di esse;

  • colloqui informativi di carattere legale;

  • sostegno al rafforzamento dell'autostima attraverso attività di gruppo condotte da personale specializzato (équipe multidisciplinare);

  • sostegno all'inserimento e/o reinserimento lavorativo;

  • sostegno ai minori vittime di violenza assistita;

  • raccolta e diffusione dei dati generali relativi alla propria utenza;

  • interconnessione coi principali servizi presenti sul territorio;

  • inserimento nella mappatura del servizio di pubblica utilità 1522 (richiesta già avanzata agli uffici preposti).

Il centro è un luogo di rafforzamento dei diritti delle donne, deputato ad accogliere coloro che rischiano o sono già vittime di maltrattamenti, abusi e violenze fisiche e psicologiche (ivi comprese le pratiche di stalking e mobbing), rivelandone i bisogni e fornendo supporti e servizi in emergenza e/o di prevenzione. Configurandosi così quale strumento immediato e di carattere emergenziale, ma anche come tappa iniziale di un percorso di assistenza volto ad accompagnarle alla fuoriuscita dalla situazione/contesto di violenza.

L'obiettivo è di assicurare che le vittime, senza nessuna discriminazione, ricevano assistenza immediata e esauriente fornita da sforzi coordinati, multidisciplinari e professionali, salvaguardando in ogni caso l'opportunità di indirizzare le utenti che presentino esigenze particolari verso servizi di assistenza specialistici, anche a carattere sanitario.

Il Centro si distingue anche per le azioni volte a favorire la prevenzione - attraverso pubblicizzazione, sensibilizzazione, denuncia in merito al problema della violenza contro le donne, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, associazioni e privati. Tali attività sono ritenute determinanti per sviluppare culturalmente una consapevolezza sulle cause e le conseguenze della violenza di genere.

Il progetto propone, altresì, l'apertura di una Casa di Accoglienza per donne vittime di violenza e loro fili/e minori.

Grazie all'apporto del personale del centro antiviolenza, la casa di accoglienza si avvarrà di personale prevalentemente femminile e adeguatamente formato sul tema, numericamente proprozionale al numero di donne e bambini ospitati.

Sarà assicurata alle utenti consulenza legale ed altri servizi di supporto, garantendo un percorso di uscita dalla violenza e di autonomia finalizzato alla indipendenza economica e alla sistemazione in adeguato alloggio al momento di lasciare la struttura.

Sarà garantita assistenza ai minori presenti nel centro, finalizzata anche ad un'adeguata istruzione scolastica.

Saranno monitorati i bisogni primari delle utenti, nella fase di ingresso, con particolare attenzione alle esigenze medico-sanitarie, alla sistemazione in struttura, alla situazione legale, alla situazione economica, alla formazione, all'impiego e all'istruzione.

Sarà garantita la presenza dell'équipe già in forza al centro antiviolenza, con assistente sociale, psicologa, educatrice e responsabile e coordinatrice del servizio, con la possibilità di inserire altre figure ove fosse necessario.

La struttura si avvarrà di mediatori culturali/esperti lingustici, psicoterapeuti, avvocati per le consulenze civili e penali, medici per le necessità delle donne e dei bambini e di educatori in funzione dei minori accolti in struttura.

Il personale sarà prevalentemente di genere femminile e sarà adegutamente formato e specializzato attraverso la partecipazione a percosi formativi ad hoc sulla violenza di genere, lo stalking, etc.

La casa d'accoglienza si raccorderà operativamente con i centri antiviolenza accreditati, con la rete antiviolenza locale e regionale e con tutti i soggetti che possano garantire la protezione civile e la sicurezza attraverso stipula di specifici accordi di cooperazione e collaborazione. La struttura garantirà la reperibilità h 24 alle utenti presenti nella casa.

La casa d'accoglienza ad indirizzo segreto, rappresenta una struttura idonea a contrastare, attraverso l’accoglienza in un ambiente di tipo familiare, situazioni di violenza in tutte le sue forme (fisica, psicologica, sessuale, economica) che mettono a rischio l’integrità psico-fisica, il benessere e l’autonomia di donne sole o con figli in età evolutiva.